Pandemia Covid-19: a che punto siamo? Come i dati ci aiutano a leggerne l'evoluzione

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Servizio comunicazione istituzionale

5 Maggio 2020

Nell’affascinante mondo dei numeri e della scienza statistica è difficile fare previsioni o sviluppare modelli – o anche solo dare una lettura di una determinata situazione nel tempo – se i dati a disposizione non sono affidabili. Antonietta Mira, professoressa di statistica e direttrice del Data Science Lab all’USI, mette in luce alcune questioni sulla qualità dei dati relativi alla pandemia del nuovo coronavirus in un intervento televisivo andato in onda al TG Speciale di Teleticino lo scorso 18 aprile.

In Occidente siamo entrati nella fase 2 della pandemia di Covid-19, una fase nella quale è ritenuto di fondamentale importanza analizzare correttamente i dati raccolti finora per poter procedere con le corrette misure di prevenzione della diffusione e quindi verso un graduale ritorno alla normalità. Secondo la Prof. Mira, i dati riportati finora dalle fonti ufficiali soffrono di diverse forme di distorsioni, per esempio sul come sono stati raccolti e sui tempi stessi in cui sono stati raccolti, con ritardi e problemi di uniformità a seconda dei Paesi e del momento della raccolta che, come ci si aspetta, è più difficile nei momenti di emergenza. Un esempio importante è quello di Wuhan in Cina, dove a metà aprile si è corretto il numero di decessi aggiungendo ben 1290 casi, una correzione enorme (+50%) avvenuta dopo la fase di picco quando le autorità hanno iniziato a rivedere i dati ed effettuare verifiche incrociando i dati dei decessi riportati non sono dagli ospedali ma anche i decessi avvenuti nella abitazioni, prigioni e case anziani e quelli registrati dai crematori.

I decessi con o per coronavirus, come vengono riportati? “A monte ci sono dei problemi di definizione”, chiarisce la Prof. Mira. “Se la causa primaria di morte è un’infezione da Covid-19 e non ci sono altre patologie concomitanti, le cosiddette comorbilità, allora il decesso è per coronavirus. Mentre nei pazienti che hanno altre cause concomitanti, come accade spesso per gli anziani, si pone il problema di come riportare il decesso e se metterlo nelle statistiche ufficiali Covid-19. Per esempio, in Germania non fanno i tamponi post-mortem, e dunque abbiamo tutta una serie di casi che potrebbero risultare positivi ma che non vengono verificati successivamente. In Italia ora hanno cominciato a fare questi tamponi, il che fa aumentare il numero di decessi, perché è cambiato il modo di contarli”, spiega la Prof. Mira. 

Nel suo intervento televisivo la Prof. Mira mostra e spiega con l’ausilio di grafici preparati assieme al suo assistente postdoc Anthony Ebert l’evoluzione dei contagi in Svizzera, Europa, Italia, Cina e nel mondo. “I nostro grafici non fanno previsioni ma semplicemente fotografano lo stato attuale della diffusione del virus”, puntualizza la Prof. Mira “Ci consentono di rispondere alla domanda, ‘A che punto siamo?’. Questa è una domanda importante per capire quando cominciare a riprendere le attività e con quali tempistiche e modalità”.

 

Il servizio del TG Speciale andato in onda su Teleticino il 18.4.2020